GAETANO RANIERI SYNERGICAMENTE

IL PASSAGGIO GENERAZIONALE

Gennaio 15, 2024
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Gennaio 15, 2024 Gaetano Ranieri

Il passaggio generazionale in azienda è spesso visto come una esigenza dovuta all’avvicendamento di figure apicali. Per questo motivo l’atteggiamento più diffuso è quello passivo, si attende il giorno in cui la persona che ricopre l’incarico fuoriesce dall’organizzazione e si interviene come per qualsiasi altra posizione, niente di più sbagliato.

Il passaggio di consegne è un elemento strategico, parte integrante della necessità di cambiamento perenne e come tale deve essere pianificato.

E’ un momento cruciale che ha il duplice obiettivo di salvaguardare la continuità dell’azienda, garantire la competitività e creare solide basi per la crescita futura.

Le aziende devono avere la capacità di trovare un punto di equilibrio tra la vivacità delle nuove generazioni e la valorizzazione delle risorse più mature presenti.

L’interazione tra generazioni è preziosa, purtroppo è raro che questi attori principali del mondo del lavoro interagiscano tra loro, divisi da una barriera culturale che si innalza sempre di più.

Da una parte abbiamo vere e proprie legioni di giovani preparati dalla scuola e ansiosi di imparare nella pratica, che incontrano serie difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro inasprito e confuso.

Dall’altra parte abbiamo migliaia di professionisti più “anziani”, veri tesorieri di competenze fondamentali per le aziende che, a causa di un innalzamento dell’età pensionabile ed una insana forma di egoismo, permangono nel mondo del lavoro molto a lungo.

Ciò non significa che queste persone devono essere messe da parte come un oggetto vecchio, ma nemmeno il contrario. Tanti di questi professionisti possono e dovrebbero dedicarsi ad attività di mentore condividendo con le nuove generazioni il loro patrimonio di conoscenze ed esperienze che, se non tramandato, rischia di andare perduto.

E’ preciso compito delle aziende trovare un punto di equilibrio tra le nuove generazioni di lavoratori e le risorse più mature, sia per naturale esigenza di sviluppo e prospettiva futura, sia per responsabilità sociale.

In qualsiasi organizzazione i collaboratori più anziani rappresentano la memoria storica, hanno un bagaglio di conoscenze importante che deve essere condiviso con nuovi attori.

Le aziende hanno pertanto il dovere di favorire il processo di trasferimento di competenze dalle figure con maggiore esperienza alle nuove generazioni.

Se il passaggio di consegne viene vissuto come attività strategica tutti ne ottengono enormi benefici, partendo proprio dall’azienda stessa che in futuro potrà contare su nuovi professionisti preparati e formati dai loro predecessori. I più anziani rafforzano la consapevolezza di essere importanti risorse per l’azienda alla quale hanno dato tanto impegno e spesso una vita di lavoro, i lavoratori più giovani crescono imparando dai migliori insegnanti.

Alle aziende spetta il compito di lavorare con impegno sul passaggio di consegne, di prendere precisi impegni  con la forza lavoro presente e con quella disponibile sul mercato del lavoro.

Alle vecchie generazioni spetta il compito di cambiare mentalità, lavorare di meno e trasferire di più, condividere conoscenze e competenze, essere mentore. Siate una figura guida verso la quale i più giovani devono ispirarsi, non diventare i vostri cloni.

Alle nuove generazioni, individuate il vostro mentore, siate curiosi, fate domande e coltivate lo spirito di un ricercatore. Condividete e pretendete la condivisione del sapere con chi ha passato tanto tempo all’interno dell’azienda, sono loro i  custodi di un patrimonio di conoscenze intangibili che solo con lo scambio continuo di informazioni, di idee e col confronto potrete conoscere e interpretare.

Se le aziende non vogliono indebolire il loro dna, devono favorire il passaggio generazionale ed i più giovani devono saper cogliere con responsabilità e grande impegno.